Oggi abbiamo accesso a una quantità enorme di dati che ci permette di fare analisi predittive, ma quando si parla del futuro del lavoro, resta un certo grado di incertezza. Se guardiamo indietro a pochi anni fa, possiamo notare che alcune tendenze attuali, come lo smart working, erano praticamente inesistenti o riservate a poche aziende “illuminate”. Nessuno avrebbe immaginato che queste modalità di lavoro sarebbero diventate così fondamentali nella nostra vita lavorativa quotidiana.
In un contesto in continua evoluzione, una cosa è chiara: le competenze saranno sempre più centrali. Non parliamo solo delle hard skill, ma anche delle soft skill. Secondo il report Future of Jobs 2023 del World Economic Forum, tra le competenze più richieste entro il 2027 ci saranno il pensiero analitico e il pensiero creativo. Ma questo rappresenta anche una grande sfida per le aziende, come conferma l’Osservatorio HR Innovation Practice del Politecnico di Milano. Infatti, solo il 15% delle aziende italiane ha una chiara consapevolezza delle skill necessarie per i prossimi 3-5 anni, il che complica la pianificazione strategica delle attività di riqualificazione.
Anche gli esperti di Speexx, un’azienda specializzata in formazione linguistica e business coaching, si sono chiesti come evolverà il panorama delle competenze e del lavoro. Grazie ai feedback dei responsabili HR di diverse aziende, Speexx ha identificato quattro best practice per affrontare i cambiamenti in corso e quelli futuri, focalizzandosi sullo sviluppo delle competenze e sul benessere delle persone, che rimarrà una priorità anche in futuro.
- Integrare LMS e HR: I sistemi di gestione dell’apprendimento (LMS) stanno diventando sempre più comuni. Ma per sfruttarli al massimo, è fondamentale integrarli con i sistemi HR, creando una banca dati completa su ogni collaboratore. Questa sinergia permette di ottimizzare la formazione e di trovare le giuste professionalità per ogni ruolo, monitorando corsi, coaching e competenze acquisite.
- Mappare le competenze per affrontare il mismatch: Mappare le competenze aziendali consente di capire quali skill si hanno e quali servono. Creando modelli organizzati per gruppi professionali, le aziende possono identificare i gap e decidere se formare i dipendenti attuali o assumere nuovi talenti, affrontando così il problema dello skill mismatch.
- Promuovere una leadership partecipativa: È fondamentale che ogni membro del team possa esprimere al meglio le proprie competenze, contribuendo attivamente agli obiettivi comuni. In aziende con generazioni diverse, è importante che gli HR chiariscano le modalità di comunicazione e collaborazione. I manager, in particolare, dovrebbero adottare un approccio aperto e flessibile, sviluppando le proprie soft skill per favorire un ambiente di condivisione.
- Implementare un sistema di welfare interno: Il benessere è la chiave per rimanere competitivi e trattenere i migliori talenti. Le aziende dovrebbero promuovere iniziative e programmi che supportino i dipendenti in ogni fase della loro carriera, offrendo convenzioni e sussidi in vari ambiti, per favorire un equilibrio tra vita personale e lavorativa. Questo non solo aiuta a trattenere i talenti, ma promuove anche i valori aziendali.
“Per affrontare le sfide future, le aziende devono dotarsi delle tecnologie giuste e avere una chiara visione delle competenze disponibili, agendo in modo mirato per acquisire quelle mancanti”, afferma Oliver Albrecht, senior vice president di Speexx. “Il business coaching è un ottimo strumento per aumentare la consapevolezza, sviluppare le capacità e stimolare un atteggiamento adattivo, fondamentale per prosperare in un contesto in continua evoluzione”.